lunedì 20 maggio 2019

Le interviste (11) - Alessandro Pagani

LE INTERVISTE (11)
ALESSANDRO PAGANI
(intervista a cura di Matteo Pugliares)


Oggi,  sono in compagnia di Alessandro Pagani, autore di “500 CHICCHE DI RISO” pubblicato da 96, Rue-de-La Fontaine Edizioni.
Ciao Alessandro, benvenuto nel mio blog. Ti va di presentarti?
Sono nato e vivo a Firenze, città con cui ho sempre avuto un rapporto d’amore/odio per motivi che non sto adesso ad elencare. Ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo dell’arte durante gli anni ‘80 con Pat Pat Recorder, uno dei primi spazi autogestiti con iniziative quali allestimenti, performances e mostre multimediali, uniche per quell’epoca non soltanto in Toscana ma in tutta Italia. Nel 1988 inizio un percorso come musicista, inizialmente alle tastiere con gli Stropharia Merdaria, storica punk band di Firenze, a cui seguono partecipazioni ad altri gruppi come Parce Qu'Il Est Triste, Hypersonics, Subterraneans, Malastrana e successivamente coi Valvola, assieme ai quali ho fondato nel 1997 l'etichetta discografica Shado Records, attiva fino al 2007. In questo momento suono la batteria con gli Stolen Apple, gruppo rock fiorentino con cui ho fatto uscire l'album di debutto "Trenches" a Settembre 2016. Riguardo la letteratura, non mi sono mai ritenuto uno scrittore - anche se scrivo da sempre - così cinque anni fa, quasi per scommessa, mi è venuta la bizzarra idea di uscire allo scoperto pubblicando i miei lavori, per capire se quello che scrivevo avesse un senso o no. A quanto pare l’aveva.

Ci parli del tuo libro “500 CHICCHE DI RISO”?
È una raccolta di 500 frasi che attraverso doppi sensi e giochi di parole cercano di mettere allo scoperto - in modo ironico - i vizi e le incogruenze che ci riguardano. Trovo che sdrammatizzare le situazioni sia un esercizio fondamentale per vivere meglio, come un' esortazione al pensiero positivo per vedere le cose da un’angolazione diversa nei momenti difficili della vita.

Come e quando è nata la tua passione per l’umorismo?
Non so dire quando, ma so che l’umorismo è un aspetto del mio carattere che mi ha sempre accompagnato, il motore potente che mi ha aiutato a superare i momenti più duri. Da quando ho capito che l’umorismo sarebbe stato l’unico passaggio percorribile per uscire dalla tristezza, ne faccio uso a profusione. Ogni sollecitazione esterna per me da sempre è un pretesto per esorcizzare le preoccupazioni: quando ho la certezza che una nozione, un fatto o un’astrazione può essere manipolata diventando un potenziale divertimento anche per gli altri, lo manifesto senza paure.

Viviamo in un paese, l’Italia, sempre agli ultimi posti in Europa per numero di lettori. Cosa potrebbe essere utile, a tuo parere, per incentivare la lettura?
Forse imparare ad essere più noi stessi, obbligandoci a non seguire necessariamente mode o convenzioni comuni, ma cercando la propria via anche tramite la lettura di un libro. Leggere è un esercizio che regalerà sempre evoluzioni impensate nella percezione del presente e nel rinnovamento del futuro, ogni libro rappresenta un universo aperto su altri mondi, che non devono essere per forza rivelati da uno schermo di un pc o da una televisione, sempre più bugiardi ed ingannevoli. Attraverso la lettura di un libro possiamo ancora riscoprire alcuni valori ed il linguaggio dell’anima che l’uomo sta un pò dimenticando, ma che sarà sempre in tempo a recuperare.

Progetti di “scrittura” per il futuro? Altri libri vedranno la luce?
Sto pensando ad un romanzo o ad un racconto che viri sul grottesco, ma anche a qualcosa di diverso che verrà svelato al momento opportuno.

Sempre a proposito di scrittura, quali generi preferisci? E quali autori?
Non serve neanche che dica che il genere umoristico la fa da padrona, ho sempre ammirato chi di questa attitudine associata alle parole ha fatto segno rappresentativo della sua vita: Luigi Pirandello, Marcello Marchesi, Groucho Marx, Roy Lewis, Raymond Queneau, Giovannino Guareschi, Ennio Flaiano e tornando ai nostri giorni Luttazzi, Guzzanti, Grillo, Dario Fo e Stefano Benni...solo per citarne alcuni.

Per gli autori non è sempre facile trovare degli editori che fanno bene il loro lavoro. Ci parli del tuo rapporto con 96, Rue-de-La Fontaine Edizioni?
È un rapporto ottimale, con stima reciproca e passione comune. Per questo li ringrazierò sempre per la fiducia che hanno avuto in me.

Di là della scrittura, hai altri progetti?
Stiamo registrando il secondo disco con Stolen Apple, che vedrà la luce a fine anno.

Infine, com’è che hai deciso di accettare questa intervista per il mio blog, visto che lo leggono solo i miei amici?
Beh... perché sono un tuo amico, no? ;-)

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