lunedì 13 luglio 2015

Le inchieste del Pugliares (n°2) - Storia e proprietà delle melanzane alla parmigiana.

LE INCHIESTE DEL PUGLIARES (N°2)
STORIA E PROPRIETA' DELLE MELANZANE ALLA PARMIGIANA


Centinaia, forse migliaia, o forse miliardi di siti e blog si occupano di alimentazione. Sarà capitato anche a voi di leggere articoli sulle proprietà quasi miracolose di frutta, verdura, bacche dai sapori orientali e simili, denigrando allo stesso tempo stili alimentari che comprendono frittura a iosa.
Il vostro pseudo giornalista d’assalto, ancora una volta, ha impiegato anni per fare ricerche, colloqui, interviste, esperimenti condotti personalmente per dare a Cesare quel che è di Cesare.
Andiamo per ordine.
Dopo infinite battaglie in cui gli storici si dividevano sull’origine delle melanzane alla parmigiana, sembra ormai accolta dai maggiori studiosi la tesi dello storico tedesco Franz Von Ciccia, docente di “Storia delle melanzane dal Medioevo ad oggi” presso l’Università di Amburgo, sostenuta attraverso il libro “Magna Mulincianen”, edito in Italia dalla “No diete Edizioni” col titolo “Storia delle melanzane alla parmigiana”.
Lo storico tedesco, attraverso lo studio delle fonti dirette, sostiene che la ricetta originale del famoso piatto, risale addirittura al Medioevo. Un antico testo del 1254 di tal Morello da Perugia, oltre che scrivere a futura memoria la ricetta, ne attribuisce l’invenzione (casuale in verità) al cuoco anonimo della famiglia nobiliare dei Conti di Vattelapesca.
Così scrive il Morello: “Adunque, lo cuoco insigne, dopo aver preparato lo piatto solito fatto con la solanum melangena (le melanzane ndr.) cruda, ricoperte dallo pomodoro, dallo basilico e dallo pecorino o parmigiano (tutti ingredienti che il cuoco aveva procurato nelle Indie ndr.), stava per inviarlo alli Conti che a tavola, vogliosi, attendevano lo piatto prelibato. Ecco che nello atto di consegna alla cammarera delli Conti, lo suo piede, di lui lo cuoco, inciampò sul manico della pignatta che giaceva sullo pavimento, piena di olio bollente (a quell’epoca l’olio bollente era usato dai cuochi per fare il pediluvio dopo una giornata di lavoro ndr.) e lo piatto vi s’infilò nel di dentro della pignatta, friggendo pietanza e piatto. O qual disgrazia, o qual disattenzione mortale. Lo cuoco tremante già pensava alla punizione delli Conti. Allo suo soccorso venne la cammarera che suggerirgli di portar lo piatto ugualmente, spacciandolo per invenzione nuova sua, di lui lo cuoco. Per breve farla, li Conti si alliccarono li baffi, sia lo Conte che la Contessa (la Contessa aveva i baffi più lunghi del Conte ndr.). Così naqque la novella ricetta che cotanta fortuna ebbe nello futuro”.
E sulle origini non ci sono più dubbi…
Queste sconvolgenti notizie non sono bastate alla mia sete di sapere. Volevo saperne di più e, d’accordo col Rettore dell’Università della Terza Età di Amburgo, propongo una serie di studi scientifici sulle proprietà terapeutiche delle melanzane alla parmigiana. Anni di rigorosi studi scientifici ed esperimenti cui, ribadisco, mi sono sottoposto io stesso, hanno dimostrato che la suddetta ricetta risulta efficace per combattere la psoriasi, la sindrome di Hunter, la perdita dei capelli, l’albinismo, i foruncoli, l’ipertensione e tutte le malattie dell’apparato digerente. Inoltre, il consumo regolare di melanzane alla parmigiana ha dimostrato uno sviluppo accertato di alcune facoltà come la lettura del pensiero, l’invisibilità, la produzione di raggi gamma e raggi fotonici, la bilocazione e il terzo occhio.
Ma l’esperimento più straordinario (ho assistito personalmente), senza dubbio, è stato quello di prendere 4 uomini, due ultraortodossi ebrei e due integralisti palestinesi dediti al terrorismo. Una prima coppia (un ultraortodosso e un terrorista) è stata invitata ad entrare da due porte diverse in una stanza. Dopo 3,4 secondi entrambi erano feriti a morte dai calci, pugni e morsi ricevuti dall’antagonista.
Una seconda coppia, invece, prima di essere introdotta nella suddetta stanza, è stata invitata a mangiare un piatto di melanzane alla parmigiana. Dopo 2,7 secondi, la sorpresa di tutti noi (scienziati e pseudo giornalisti) è stata davvero grande. Alla nostra vista sono apparsi i due uomini che in barba alle loro convinzioni precedenti, erompevano in un abbraccio lunghissimo, mentre alcune lacrime rigavano il loro volto, dimostrando che la frittura non è poi quel mostro che dipingono.
Non mi dilungherò ancora per raccontarvi altre decine di esperimenti effettuati. Solo vi anticipo che, visti i risultati, potrei anche decidere di condurre una nuova ricerca su altri miti alimentari da sfatare.
Infine, volevo anche dirvi… no scusate, devo tagliarla qui perché mi hanno chiamato per la cena: melanzane alla parmigiana.
(Matteo Pugliares)

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