sabato 28 novembre 2015

Le interviste (3) - Roberta Tamiso (scrittrice)

LE INTERVISTE (3)
ROBERTA TAMISO (SCRITTRICE)
(intervista a cura di Matteo Pugliares)

Oggi,  sono in compagnia di Roberta Tamiso, autrice di “L’estate di Flora” pubblicato da Edizioni Creativa.
Ciao Roberta, benvenuta nel mio blog. Ti va di presentarti?
Ciao Matteo, ti ringrazio tanto per avermi invitato, è un grande piacere!
Di me ti dico che sono una persona molto timida e solitaria, vivo ad Ascoli Piceno dove lavoro in un’azienda chimica. Il lavoro non mi lascia molto tempo libero, ma quando posso mi dedico completamente alle mie passioni. La scrittura ovviamente, la lettura e la musica. Se potessi vedrei un concerto al giorno e credo di non aver mai trascorso un giorno della mia vita senza ascoltare musica per almeno 5 minuti. Mi piace molto anche il cinema, specialmente quello orientale. E poi amo molto gli animali, ho due cagnoline che adoro.
Il tuo romanzo “L’estate di Flora” è stato appena pubblicato. Ce ne parli?
Mi piace definire “L’estate di Flora” un romanzo sull’amore sebbene siano diversi i temi trattati. Ma è l’amore ciò che a mio parere ne fa da padrone: amore che nasce in condizioni sfavorevoli, laddove nessuno se lo aspetterebbe. Un amore adolescenziale che nasce da un feroce stupro e che si fa pian piano passione travolgente. E’ un amore che nasce paradossalmente dall’odio, da sentimenti spregevoli di risentimento e vendetta. Flora può essere definita un’outsider, una ragazza molto giovane che non ha un posto nel mondo, solitaria e patologicamente timida che sente di avere affinità soltanto con la persona che più di ogni altra le ha fatto del male. Il rapporto tra Flora e Narciso non è l’unico che il romanzo affronta. C’è anche quello tra la ragazza e sua zia Concetta, una donna molto dura, a cui il destino ha tolto un figlio in maniera tragica. Flora si trova a vivere con sua zia un’intera estate e ci tiene particolarmente a essere accettata da lei. Ma per Concetta è impossibile amare ancora qualcuno dopo la morte di suo figlio…
 L’estate di Flora è un romanzo sulla complessità delle relazioni tra persone, su come ogni essere umano sia imprevedibile e impossibile da incasellare. Su come tutto può rivelarsi diverso da come appare. Su come le esperienze vissute possono cambiare e stravolgere anche le convinzioni più radicate.
Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?
Ho sempre amato raccontare storie. Storie inventate, costruite sulla base di informazioni raccolte qua e là, facendo la fila in posta, o parlando con il vicino in treno. Non mi sono sempre dedicata alla narrativa. Da piccola mi piaceva disegnare e aggiungere didascalie sotto le immagini. Disegnavo dei volti e poi scrivevo brevi storie per ognuno di essi. Poi l’adolescenza mi ha avvicinata alla poesia, con tutti i suoi tormenti e contrasti ma non credo che i miei componimenti siano degni di lode…nulla di speciale. Poi, abbastanza tardi, ho deciso di raccontare storie più complesse, di dare maggior spazio alla narrazione e così è nato il mio primo romanzo “Io sono Medusa”. L’esperienza del romanzo è stata fantastica perchè mi ha dato la possibilità di far vivere i miei personaggi lasciando loro molto spazio, potendo finalmente muoversi, agire, esprimersi in tutte le loro sfaccettature. Così ho capito che volevo scrivere romanzi e dopo qualche anno ha visto la luce anche “Lucrecia” un lavoro che mi ha dato grandi soddisfazioni e tre riconoscimenti nazionali. Ora con “L’estate di Flora” spero di essere altrettanto fortunata!

Viviamo in un paese, l’Italia, sempre agli ultimi posti in Europa per numero di lettori. Cosa potrebbe essere utile, a tuo parere, per incentivare la lettura?
Temo che l’unica cosa davvero utile sarebbe limitare l’egemonia dei social network. Oggi si legge tutto su wikipedia, facebook o twitter, è tutto a portata di mano, tutto semplice da reperire. Gli scrittori sui social si trasformano in un insieme di aforismi da pubblicare in bacheca a nostro piacimento…solo un nome e una frase che fa al nostro caso in una giornata particolare. Da ragazzina ricordo che la lettura era sempre una ricerca affannosa, una scoperta…gli amici ti consigliavano libri, te li prestavano e quando li si apriva si schiudeva un mondo parallelo, era un meraviglioso modo per vivere altre vite, conoscere nuove sensazioni, esplorare mondi sconosciuti. Nulla era a portata di mano, i libri, le informazioni, la musica, si dovevano cercare e quando ci si trovava davanti a qualcosa di nuovo era una festa. So che i tempi sono cambiati ma credo che il problema fondamentale sia la pigrizia. D’altro canto in libreria si pubblicizzano molto libri di personaggi famosi che si improvvisano scrittori...le cose migliori si trovano negli scaffali impolverati delle retrovie e anche in questo caso…sono da ricercare…Devo però dire che se usati nella giusta misura, i social sono utilissimi per far conoscere nuovi scrittori e tramite il passaparola gli emergenti hanno molte più opportunità di farsi leggere.
Progetti di “scrittura” per il futuro? Altri libri vedranno la luce?
Mi auguro di si, anche se al momento non ho ben chiaro l’argomento. Credo che “L’estate di Flora” mi abbia preso troppe energie e ho bisogno di un periodo di stacco. Mi piacerebbe molto raccontare la storia di una “strega”. So che richiederebbe un grande studio e tanta precisione, e fondamentalmente è un argomento molto lontano dall’attualità (forse) che non attirerebbe molti lettori ad ogni modo è qualcosa che mi piacerebbe molto.
Sempre a proposito di scrittura, quali generi preferisci? E quali autori?
Ho avuto la fortuna di conoscere molto presto gli autori russi. Ho scelto di studiare letteratura russa perché ho sempre amato tantissimo la produzione letteraria di Dostoevskij. Amo il suo modo impietoso di descrivere la mente umana, i suoi meccanismi, smascherarla senza vergogna.  Dostoevskij mi ha fatto capire cosa mi aspettavo da un libro: una scossa forte, qualcosa che mi cambiasse. Qualche anno più tardi mi sono imbattuta in Yukio Mishima e anche con lui, come con Dostoevskij è stato amore a prima vista. Dei suoi lavoro amo soprattutto la perfezione dello stile. E’ un esempio di come un libro dovrebbe essere costruito e scritto. Non ci sono sbavature, tutto s’incastra alla perfezione. Leggere le sue pagine è come abbandonarsi ai suoni della natura, come nuotare. E poi le storie che racconta, i suoi personaggi tormentati, ossessionati, puri sono una meraviglia per me. Credo che “Neve di primavera” sia una delle cose più belle mai scritte.
Non sono gli unici autori che amo. Mi piacciono molto tra gli altri Emile Cioran e Sandor Marai, Kurt Vonnegut e John Fante. Come la maggior parte degli adolescenti ho letto Kerouac e Salinger, ho pianto e sorriso con loro ma oggi rileggendoli mi sento un pò distante dalle quelle sensazioni.

Per gli autori non è sempre facile trovare degli editori che fanno bene il loro lavoro. Ci parli del tuo rapporto con Edizioni Creativa?
Trovare un editore che creda nel tuo lavoro e ti sostenga è molto difficile. Ho avuto una pessima esperienza con il romanzo d’esordio perché mi sono fidata di un editore a cui non interessava affatto il mio lavoro ma solo quel che ne avrebbe ricavato a livello economico. Si, è strano dire questo riguardo ad un’esordiente, eppure ci sono editori che si accontentano di qualche “spicciolo” (talvolta della cifra delle copie acquistate dall’autore per pubblicizzarsi). Non ci fu distribuzione, non ci fu aiuto di nessun tipo. Dopo esperienze del genere ci vuole un attimo a perdere la fiducia e decidere di mollare. Ma non ho mollato e di questo sono felice. E’ a questo punto che ho avuto la fortuna di conoscere Gianluca Ferrara e Fabiola D’Agostino. Un amico comune mi consigliò di partecipare al premio Creativa con il mio inedito che, contrariamente alle mie aspettative, si è classificato secondo. Fui contattata da Fabiola che mi propose la pubblicazione del romanzo e finalmente ho capito quanto sia importante avere un editore che crede in te. Il nostro ottimo rapporto di fiducia è stato suggellato lo scorso ottobre dalla seconda pubblicazione, quella di “L’estate di Flora”. E’ bello quando un editore rispetta il lavoro e le idee dell’autore. E’ importante che gli permetta di esprimere il suo messaggio nel modo in cui sceglie di farlo. Molto spesso in passato mi è stato chiesto di cambiare parte delle mie storie perché troppo “forti”. Credo che un editore serio non chiederebbe mai una cosa del genere. Per questo mi ritengo fortunatissima ad aver incontrato Edizioni Creativa.

Di là della scrittura, hai altri progetti?
Sinceramente sono una persona di pochi progetti e fondamentalmente poco pratica. I miei progetti sono sempre a breve termine. Mi piacerebbe avere più tempo a disposizione per dedicarmi alle mie passioni, viaggiare di più, passare più tempo con le persone a cui voglio bene. Questo è il mio progetto.
Infine, com’è che hai deciso di accettare questa intervista per il mio blog, visto che lo leggono solo i miei amici?
Perché per me è un onore far conoscere i miei lavori e le mie opinioni a te e ai tuoi amici! Grazie infinite per questo spazio!


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