LE INCHIESTE DEL PUGLIARES (N°3)
SANREMO... NON E' VERO CHE HANNO VINTO GLI STADIO
(nella foto, io travestito da Carlo Conti)
Niente
è come sembra… Niente… compreso Sanremo.
Ho fatto credere a tutti che del festival canoro non me ne importasse nulla, ma
era tutto un diversivo per non farmi notare. Non l’ho certo visto seduto in
poltrona comodamente come avete fatto voi. Il vostro umile cronista d’assalto
ha deciso di fare le cose per bene.
Ho accoppato Carlo Conti (detto “stracotto quasi bruciacchiato”) e mi sono
sostituito a lui. Certo non è stato facile, ho dovuto perdere tanti chili in
poco tempo e ho speso un patrimonio per comprare del colore nero per dipingere
la faccia ma ce l’ho fatta.
Ve lo dico subito: Sanremo non l’hanno vinto gli Stadio ma Virginia Raffaele. Semplicemente
straordinaria. E chi non è d’accordo, gli do un pugno.
Evito di fare troppi commenti su Nino Frassica, Dolcenera ed Elio perché, lo
riconosco, ho dei preconcetti (positivi però) nei loro confronti. Elio e le
Storie tese: genialità. Di Dolcenera sono innamorato. Nino Frassica, dopo aver
visto il film “Il bi e il ba” (regia di Maurizio Nichetti), per me può fare
quello che vuole perché è un mito (e a chi non ha visto il film, gli do un
pugno in faccia). E nel caso specifico ha ragione Frassica: a mare si gioca!
Veniamo a quegli str… ehm… strabravi del trio IL VOLO che si permettono di
elargire consigli a destra e a manca, dimenticando che a Sanremo c’era gente
che calca i palcoscenici dai tempi di Tutankhamon (per esempio Patti Pravo).
Meno male che sono sempre in tour in giro per il mondo perché se li incontrassi
per strada… un pugno in faccia.
Dopo l’esibizione di Ezio Bosso, commentavo la stessa esibizione con un amico,
con le lacrime agli occhi per la commozione. Poi mi sono ricordato che avevo
posteggiato l’auto sopra lo scivolo dei disabili (come faccio ogni giorno) e
non mi sembrava carino almeno per quella sera. Continuerò ad avere 364 giorni l’anno
per fregarmene dei disabili.
E di Cristina d’Avena ne vogliamo parlare? Voi non lo sapete ma dietro le
quinte le ho dato un pugno per aver cantato delle sigle di cartoni animati che
esistevano prima di lei. Quando guardi un cartone e scopri che hanno cambiato
la sigla puoi rimanere traumatizzato. Qualcuno doveva pur dirglielo.
Una delle sere sono andato nel camerino di Gabriello Garko che, dopo aver
compreso di non essere capace di fare l’attore, ci ha provato con Sanremo
scoprendo la stessa cosa. Era triste e mi sono sentito in dovere di trovargli un
lavoro. La settimana prossima comincia a lavorare nell’orto del nostro
convento. Per la serie: braccia rubate all’agricoltura.
Tra un cantante e l’altro, tra un ospite e l’altro, nelle mie ricerche
sanremesi cosa vengo a scoprire? Che Francesca Michelin, sì parlo della seconda
classificata, in realtà si chiama Francesca Vattelappesca. Una famosa marca di
pneumatici le ha dato 1 milione di euro per cambiare il cognome e farsi
pubblicità. E a chi non mi crede gli do un pugno.
Stavo quasi per dimenticare le canzoni… le ho ascoltate tutte… e, come sempre,
a parte due o tre non mi sono piaciute. Avrei voluto commentarle tutte per i 12
lettori del mio blog e continuare a dirvi altro anche sul resto, oltre che sulle
canzoni in gara. Il fatto è che mentre scrivo mi sono ricordato che oggi è il
compleanno di Fabrizio De Andrè e ho un impellente bisogno di ascoltare almeno
un paio di sue canzoni per accarezzare le mie orecchie dopo tanta violenza cui
le ho sottoposte.
Vi do appuntamento alle prossime inchieste. Nel frattempo, mando un caro
abbraccio a tutti voi… ma anche un pugno.
(Matteo Pugliares)
venerdì 19 febbraio 2016
Le inchieste del Pugliares (n°3): Sanremo… non è vero che hanno vinto gli Stadio
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